Contratti, questi sconosciuti!

di MARIA ANNA LATTUCA

Prima che questo Consiglio Federale si insediasse, nel marzo del 2017, due delle parole che più ho sentito pronunciare sono state “trasparenza e condivisione” e, ricordando come ho sempre vissuto la mia vita sia sportiva sia sociale, sono stati i concetti che mi hanno ispirato maggiormente fiducia e sicurezza e che mi hanno convinto a partecipare al progetto del “Perimetro della Pallamano”.

Si ho scritto “mi hanno ispirato”, “mi hanno convinto”, al passato, perché più passavano i mesi e più mi rendevo conto che quelle due restavano belle parole fatte solo di aria fritta e mai di fatti concreti.

E non mi riferisco solo a questioni tecniche od organizzative proprie di una Federazione, ma soprattutto a molte di quelle cose che permettono a un Consigliere Federale di svolgere in maniera serena ed obiettiva il proprio compito/lavoro, per quanto marginale o emarginato possa essere lo stesso Consigliere.

Le “cose” a cui mi riferisco hanno un nome ben preciso e cioè CONTRATTI, di tutti i tipi e forme (ad esempio da quelli per l’acquisto di materiale sportivo a quelli per incarichi professionali a vario titolo); documenti dei quali non se ne riesce mai a vedere nemmeno l’ombra sebbene tre Consiglieri ne abbiano spesso fatto richiesta ufficiale scritta.

Avere la possibilità di leggere un contratto e i termini di accordo da approvare, offre la possibilità di capire esattamente cosa stai, eventualmente, ratificando e soprattutto che responsabilità stai assumendo sia per te stesso come Consigliere che per la federazione.

Vi chiedo, poiché io non sono riuscita ancora a dare una risposta in merito, è giusto farci lavorare così? Bisognerebbe solo ed esclusivamente basarsi sulla fiducia (cosa difficilissima da guadagnare) di chi quel contratto lo ha letto senza averlo anche sottoposto all’attenzione di tutti i Consiglieri Federali?

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