Ragazzi… ordine!

di Luca Montanari

In questo periodo di forzata quarantena mi capita spesso di leggere sugli organi ufficiali e non della nostra federazione articoli che decantano i grandi sforzi messi in campo e gli altrettanto mirabolanti vantaggi ottenuti per agevolare la ripresa dell’attività da parte delle squadre affiliate alla FIGH, ma siamo sicuri che sia veramente tutto oro ciò che luccica?

Ma andiamo con ordine e analizziamo un po’ di numeri: in questi 3 anni di governance abbiamo assistito a un costante innalzamento dei costi relativi ai campionati dovuto a politiche che dovevano, a sentire chi ci dirige, dare maggiore visibilità al nostro sport, migliorare i campionati, allargare la base e, ultimo ma non ultimo, portare la nostra nazionale nella pallamano che conta; bene ora andiamo a verificare con i numeri ciò che è realmente avvenuto:

  • per la visibilità il fiore all’occhiello del progetto è da individuarsi con le dirette streaming di tutte le partite di serie A1 sulla piattaforma PallamanoTV , progetto di per se anche accattivante, ma, purtroppo, a fronte di 4000 euro versati per le società di A1 e 500 per quelle di A2 maschile (pur avendo la certezza di non avere alcuna partita trasmessa sulla piattaforma) per il primo anno e i 2000 euro del secondo per le compagini della massima serie, il risultato ottenuto è stato veramente misero, infatti, troppo spesso i collegamenti erano di bassissima qualità e le partite si vedevano spesso a scatti e le visualizzazioni si aggiravano tra le 80 e le 100 presenze per quelle maschili mentre faticavano ad arrivare a 50 per le partite della pallamano in rosa. Praticamente, facendo i conti della serva, i 20 tesserati di una squadra, coinvolti in una singola partita, hanno avuto la possibilità di far vedere la partita ai genitori e alla fidanzata/o (perché solo uno che ti ama alla follia può rimanere collegato sperando di capire qualcosa tra uno scatto e l’altro del video) alla modica cifra di 6000 euro in due anni per ogni squadra di A1M;
  • per quanto riguarda l’innalzamento della qualità del campionati,siamo riusciti nella non facile impresa di creare alcuni campionati di numero dispari (motivo per cui ci siamo dovuti inventare il coefficiente con il rapporto tra punti raccolti e partite giocate per stilare le classifiche nel momento della chiusura per il covid 19); perdere per strada 5 squadre di A1 femminile nel giro di 3 soli anni; avere 3 gironi di A2 maschile con 3 composizioni differenti (rispettivamente 13 italiane più una austriaca, 15 e 8 squadre) con gli iscritti del girone B che danno alla federazione, playoff esclusi, 10900 euro a stagione contro i 8800 euro del girone C, (eppure sono iscritti alla stessa federazione!); stressare economicamente le squadre con maggior merito sportivo (arrivare in finale di campionato porta un aggravio economico di 7500 euro di tasse gara); fare un campionato di A2 con 30 giornate che iniziano il 7 settembre e play off a 8 squadre su 5 giorni di cui 2 lavorativi che fanno assomigliare più ad un Camel Trophy che ad un torneo dilettantistico di uno sport minore; insomma i numeri dicono che, se esistesse un indice qualitativo dei campionati, probabilmente porterebbe un numero negativo, ma che a chi guida questo torpedone con la scritta “pallamano italiana”, non manca certo di fantasia e di capacità nell’inventare formule sempre diverse ed imprevedibili;
  • per l’allargamento della base, malgrado gli obblighi sui campionati giovanili e gli incentivi messi in atto, i numeri non sono certo incoraggianti. Come già scritto nell’articolo “Numero di squadre e società” siamo passati dalle 248 del 2017 alle 233 del 2020, ciò a dimostrazione del fatto che, in questi 3 anni, gli obiettivi chiave e soprattutto le azioni adatte a rilanciare il nostro sport ed aiutarlo a togliersi l’etichetta di Cenerentola, mettendo in condizione i nostri tesserati di non sentirsi più chiedere se il nostro sport è quello che si gioca in acqua, sono rimasti solo sulla carta;
  • il ranking mondiale, purtroppo, malgrado gli importanti investimenti messi in campo, a causa dei risultati non allineati alle aspettative dichiarate dal nostro Presidente, ci ha visto passare dal 27° posto del 2016 al 33° posto attuale portando così il rapporto costi benefici decisamente in negativo.

Come potete ben vedere, i numeri del passato sono chiarissimi e certamente non positivi, ma il settore comunicazione continua e far passare il messaggio che va tutto bene, ma d’altra parte è inutile chiedere all’oste se il suo vino è buono!

Ma veniamo a oggi e alle dichiarazioni trionfali di spending review e di campionato a costo zero.

Se il vostro padrone di casa vi chiede 6 mesi prima una parte dell’affitto dell’anno prossimo, vi può dire che tu non pagherai per soggiornare a casa sua? E se una federazione non ti restituisce le tasse gara non utilizzate causa il corona virus, può dire che potrai giocare la stagione 2020-21 a costo zero?

In un momento in cui le società hanno carenza di liquidità, anche a causa dei salassi degli anni precedenti che non hanno permesso di creare un gruzzoletto per i periodi bui (e questo certamente lo è), è preferibile per quest’ultime ricevere i versamenti sui propri conti correnti come ha fatto la FIP o promettere il campionato a costo 0 trattenendo i soldi sul proprio conto corrente come sopraindicato? Nel primo caso la federazione pallacanestro si è tolta i soldi di tasca e li ha messi in tasca dei suoi affiliati, nel secondo la FIGH li ha passati dalla tasca destra a quella sinistra, dichiarando poi di aver tenuto lo stesso comportamento.

Inoltre mi permetto di far notare che non c’è nulla di conquistato battendosi per il movimento, semplicemente il CONI e “Sport e Salute” hanno messo in atto una manovra a sostegno dello sport italiano che porterà nelle casse delle federazioni affiliate all’ente una quantità notevolissima di denaro, ma facciamo alcuni esempi: la FIPAV ha messo a disposizione 4.675.389 euro così ripartiti 1.830.050 euro a difesa delle società, 968.234 a sostegno di atleti e tecnici e 1.876.650 per ripartire dai giovani; la FIP ha individuato fondi per 4.000.000 di euro e per questo non è previsto alcun contributo per affiliazione, iscrizione al campionato, abbinamento, tesseramento gare CNA e tesseramento di tutti gli atleti/e tra i 5 e i 20 anni.

Ed infine passiamo alla famigerata spending review: io ero solito fare 1000/1200 km alla settimana per la pallamano, dall’8 marzo ho percorso 1280 km, ora, secondo voi, ho guardato meglio dove andavo o semplicemente il fatto di non poter uscire di casa, se non per andare ad assistere mia madre, ha abbattuto i costi dei miei spostamenti? Per me si può parlare di revisione dei costi quando, a parità di attività, individuo dove posso limare, per cui inserire sotto la voce spending review i denari che non riusciremo ad utilizzare per il blocco di tutte le manifestazioni, è curioso e in qualche modo inesatto, non stiamo spendendo meglio, semplicemente non stiamo facendo attività!

Parafrasando il grande maestro Manolo Laguna, che sostiene che nella ricerca del talento io debba scegliere chi è bravo a fare le cose facili, di base, perché non serve a nulla fare gol in sottomano sotto le gambe del difensore se poi faccio una quantità esorbitante di palle perse e non sono solido in difesa, possiamo affermare che non dobbiamo cercare chi promette campionati a costo zero utilizzando soldi già incassati o parla di spending-review tagliando costi di eventi che a causa del lockdown sono stati sospesi dopo aver programmato 3 stagioni che si sono rivelate veri e propri bagni di sangue, ma chi mette in condizione continuamente le società di affrontare la quotidianità senza fare equilibrismi finanziari, di crescere, di programmare permettendomi così di continuare a godere nel tempo del mio ludo preferito e portare tanti ragazzi a giocare a questo meraviglioso sport.

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