Terza parte della lettera aperta del professor Domenico Tassinari

Nonostante tutto questo lavoro, frutto di riunioni costruttive e produttive della CNA, questa Commissione non è mai stata oggetto di interessamento da parte della Presidenza e tantomeno di apprezzamento per l’enorme lavoro svolto in così poco tempo.

Tramite un esercizio di memoria, rivolto ai più distratti, è bene ricordare che, nonostante la CNA in alcune occasioni si riunisse nello stesso albergo dove era convocato il Consiglio Federale, mai una volta il Presidente Loria si è presentato per conoscere i membri di questo organismo, deliberato dal Consiglio stesso, se non altro per una correttezza istituzionale che sembra inconcepibile vedere delusa. Non solo, come Presidente Federale era suo compito verificare, di persona, il funzionamento della CNA, il suo operato, il rispetto degli indirizzi concordati, invece di basarsi su informazioni di seconda mano o, peggio, su voci di corridoio, spesso più vicino a interpretazioni emotive che non alla realtà dei fatti.

La formazione, come già anticipato, doveva essere uno dei punti qualificanti di questa Presidenza, eletta dal gruppo riconducibile al “cambio di passo”. Nel progetto del “Perimetro” erano previste 10 borse di studio a sostegno di un lavoro qualificato e costruttivo, tale voce è completamente scomparsa dal lessico della Presidenza Loria. Lo scorso anno, alla presenza di tutto il Consiglio Federale FIGH e delle componenti tecniche, fu invitato il Sig. Brihault con l’idea di migliorare l’organizzazione e l’integrazione tra i settori della FIGH. In quella occasione il il Sig. Brihault ci informò che con l’arrivo di Costantini lo sforzo maggiore richiesto alla federazione, in termini di risorse e uomini, fosse rivolto a migliorare e alzare il livello delle competenze riferite agli allenatori grazie a un gruppo di lavoro composto da professionisti, in carico alla federazione, con il compito di produrre materiali, documenti, cultura, riferiti alla pallamano.

Come già richiamato, venti anni fa il gruppo Pareschi-Tassinari-Bartolini fu chiamato dalla Federazione Francese a presentare i progetti di Giocosport nella scuola primaria e Istruttore di Base nella scuola secondaria di primo grado. Quei progetti erano stati elaborati dalle stesse persone attualmente membri della CNA. Quei progetti furono assunti come punto di riferimento per la formazione degli allenatori francesi. A quei tempi la pallamano Italiana era allo stesso livello di quella Francese. Oggi? Loro hanno proseguito su quella strada noi, come sta facendo ora la Presidenza Loria, ci fermammo. Il carro lo abbiamo perso negli anni ’90, afferma il CT Trillini su un sito che si occupa di sport. Sì lo abbiamo perso nonostante avessimo fatto tutto bene e meglio di nazioni che ora ci surclassano perché hanno saputo investire e attendere. In Francia il movimento della pallamano è indipendente da chi dirige la Federazione, ma è in mano a tecnici che nel tempo e col tempo hanno creato e custodito la cultura che ha fatto di queste nazioni dei punti di riferimento della pallamano mondiale.

Ora sappiamo tutti dove sono arrivati loro e dove siamo rimasti noi. Nazioni che vantano una grossa produzione letteraria hanno sfornato allenatori estremamente qualificati, richiesti in tutto il mondo dalle migliori squadre sul mercato. Lo stesso si può dire per altre nazioni come Germania, Spagna, Croazia.

Sono rimasto particolarmente allibito quando, in sede di audizione come relatore di capo settore, in uno degli ultimi Consigli Federali, mi sono sentito dire che essendo Trillini il responsabile Tecnico della Federazione si debba fare riferimento a lui per parlare di una scuola italiana di pallamano, la scuola Trillini. Siamo all’idea del “pensiero unico” tutti uniformati all’interpretazione della pallamano del Responsabile Tecnico Nazionale. Semplicemente devastante. Niente di più anacronistico, un salto indietro di venti anni. Con i livelli di globalizzazione delle attività odierne, con allenatori che circolano nel mondo, con atleti che ormai sono in libera circolazione da una nazione all’altra, nessuno parla più di una scuola “x” o “y” di pallamano. Quello che tutti hanno capito è che base e forza di una nazione è una seria, costante e solida formazione di base che renda gli allenatori capaci di formare giovani giocatori che al termine dell’adolescenza siano tecnicamente finiti, con ottime basi organico-condizionali, tecniche e tattiche nelle collaborazioni. Solo dopo tali premesse subentra il lavoro da parte dei Tecnici Nazionali della federazione. Rovesciare questo processo è il solito tentativo, sempre fallito in precedenza, di usare delle scorciatoie per giungere in breve tempo al massimo risultato. Nemmeno il tentativo di lavoro centralizzato, il Progetto “Futura” è stato capace di insegnarci qualcosa. È stato un progetto che ha tolto forzatamente le migliori giocatrici alle società e alla fine ha prodotto solo qualche giocatrice per l’estero e indebolito inequivocabilmente tutto il movimento. Le 7 squadre iscritte quest’anno in A1 femminile ne sono la testimonianza.

Non avere compreso lo sforzo e il lavoro fatto in questi due anni dalla CNA è veramente molto triste, se poi a questo si aggiunge che spesso non si è persa occasione di fare delle osservazioni puramente strumentali, non su cose valutate di persona, ma sul sentito dire di chi non ha accettato l’idea che per formarsi e ottenere una licenza dovesse essere il risultato di impegno e studio sovvertendo l’idea, in vigore precedentemente, che per avere un titolo bastasse frequentare il corso, magari senza nemmeno una certificazione di presenza.

In questi due anni sono state alzate le tasse in tutti i comparti, sono state raddoppiate, se non triplicate le tasse di iscrizioni ai corsi, ma quando è stato chiesto di dare dignità al lavoro dei formatori periferici adeguando un compenso veramente offensivo, 5,75 euro per ogni ora di lezione, la risposta è sempre stata negativa se non addirittura offensiva, affermazioni fatte a più riprese in sede federale “io lavoro gratis per la federazione quindi loro si devono sentire gratificati per il solo fatto di fare parte della federazione”.

È stato fatto notare in una relazione di un formatore periferico che in Austria il formatore per una giornata di lezione prende 500 euro. Evidentemente non sanno di fare parte di una struttura federale.

La questione è difficile da accettare se si pensa che, invece non c’è stata limitazione di spesa per finanziare altri progetti, vedi quello della comunicazione, facendo pagare somme importanti alle società di vertice. Sfido chiunque ad affermare che tale progetto, numeri alla mano, abbia portato un valore aggiunto al movimento quest’anno. Mi chiedo come mai un progetto cosi importante, con un’allocazione di risorse cosi rilevante, non sia stato oggetto di relazione e rendicontazione al Consiglio Federale come invece è stato chiesto agli altri capi settore.

Molti di noi si sono battuti per il cambio alla presidenza di questa federazione, il Sig. Loria lo sa bene, anche se ora finge di non ricordarsene e ora è difficile ritrovarsi nelle scelte d’indirizzo di questo consiglio e nei modi con cui questa federazione viene condotta.

Domenico Tassinari

Continua…

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