Attività promozionale: quale futuro?

Nel precedente contributo abbiamo trattato la problematica della nuova categoria Under 13 agonistica. Questo argomento ha scatenato nel nostro Blog una serie di interventi che ci ha fatto capire che era necessario un chiarimento di alcune affermazioni e un approfondimento della problematica relativa all’attività promozionale.
Il focus era l’abolizione di tutte le indicazioni relative all’impostazione tattica del gioco e non sulla nuova classificazione di agonistica.
Molti colleghi, nei lori interventi, hanno puntualizzato che gli allenatori non rispettavano queste indicazioni. È vero, si sono avuti problemi su tutti i campi e a tutti i livelli (fasi regionali e nazionale) per il mancato rispetto delle regole. Le cause sono di due generi: mancata informazione, conoscenza del regolamento e mancata condivisione delle indicazioni. La conseguenza è stata che ognuno impostava la gara secondo il proprio credo “pallamanistico”.
Nei due anni di attuazione (2017-18 e 2018-19) la situazione era in via di miglioramento in quanto l’informazione stava diventando più capillare. Con un po’ di pazienza, e con qualche corso di aggiornamento (mai autorizzato), saremmo certamente arrivati a regime.
Ora siamo senza regole. Quindi i bambini giocheranno con le stesse caratteristiche di gioco degli adulti, pur non avendo ancora raggiunto la maturazione fisica e fisiologica.
E’ vero, la categoria Under 13 promozionale non è stata abolita quindi si potrà continuare a giocare come nella stagione scorsa. Tuttavia ci troviamo di fronte a due categorie parallele per la stessa fascia d’età che potranno giocare in modo diverso. Siamo tornati alla stagione 2016/17, dove vi erano le due categorie per la Under 12. In quel caso l’anomalia più evidente era determinata dai tempi di gioco diversificati (2×20’ per il promozionale e 2×25’ per l’agonistico). Questo aspetto dimostra che sia i tempi che le regole di gioco non vengono stabiliti dopo una attenta analisi delle capacità dei ragazzi/e in quella relativa fascia d’età, in base ad un feedback con gli esperti del settore che costantemente operano con i ragazzi. Era inspiegabile perché ragazzi della stessa fascia d’età giocassero ben 10’ in più o in meno. Ora questa differenza non c’è ma il problema resta lo stesso.
Quale sarà il criterio di scelta da parte del tecnico e della società?
Gli indicatori potrebbero essere tanti e diversi, ma una cosa è certa: frazionando la categoria si avranno problemi di organico di squadre sia in una categoria che nell’altra poiché, bisogna essere obiettivi, non abbiamo un numero di squadre tale da permetterci questa suddivisione.
Lo scorso anno, come CNA, avevamo fatto una proposta informale (bocciata) che avrebbe evitato questa problematica e avrebbe migliorato la progressione metodologica.
Partendo dall’analisi morfologica di questa fascia d’età, si era notato che, pur con un solo anno di differenza d’età, molti ragazzi presentano differenze strutturali a volte notevoli, per effetto dello sviluppo precoce o tardivo. La conseguenza, spesso, è che i più piccoli possono incontrare delle difficoltà di realizzazione del gioco.
Luciano Bartolini