Under 13 Agonistica: un passo avanti?

Nella corrente stagione sportiva la categoria Under 13 è stata classificata tra quelle agonistiche. Tale modifica non è stata solo formale, ma è andata a modificare anche la struttura del regolamento e quindi ha inciso, in modo determinante, sull’aspetto metodologico.
La sola modifica della classificazione sarebbe stata ottimale in quanto non stilare classifiche, nel rispetto delle norme dell’attività promozionale, era un’inibizione illogica del naturale spirito agonistico dei giovani atleti.
Purtroppo si sono azzerate tutte le disposizioni di gioco particolari che negli ultimi anni erano state applicate e che facevano parte di un progetto di sviluppo più ampio.
Quando si decide di modificare un regolamento, si dovrebbe, per lo meno, fare un’analisi dell’attività svolta per verificare la sua efficacia rispetto agli obiettivi preposti. È stata fatta?
La scelta di annullare tutte le disposizioni particolari non contribuisce certamente alla formazione del bagaglio tecnico/tattico del giovane atleta. Per far sì che esso avvenga in modo armonico si devono creare i presupposti per poterlo realizzare.
Ci si dimentica che nelle prime due categorie agonistiche (Under 13 e 15) la formazione dovrebbe avvenire a livello di tecnica e tattica individuale e di gruppo. Questo poteva avvenire con l’obbligo di difese su due linee che aprendo ampi spazi nelle difese, permettevano l’utilizzo delle rispettive tecniche e tattiche.
Ora l’aspetto didattico verrà profondamente cambiato. Abolendo queste indicazioni di gioco si ritornerà ad applicare ciò che, in questa fascia d’età, è altamente negativo: le difese piatte e il marcamento individuale su un giocatore. Di conseguenza l’allenatore non rivolgerà la sua attenzione sugli aspetti individuali e di gruppo, ma sulla tattica di squadra. Si inizierà (troppo presto) a lavorare sulla difesa 6-0 o al massimo 5-1 e sull’attacco a questo tipo di difesa.
Invece di andare avanti, con un colpo di spugna, siamo tornati indietro. Qualcuno si chiederà come si poteva andare avanti?
Il percorso metodologico deve tenere presente che il passaggio dalla difesa individuale (caratteristica dell’attività promozionale) a quella a zona (caratteristiche dell’attività seniores) presuppone anche dei passaggi intermedi. Questo passaggio intermedio poteva essere quello di introdurre l’obbligo della difesa 1-5 nella categoria Under 15.
Perché la difesa 1-5?
Questo tipo di difesa rappresenta il passaggio intermedio dalla difesa a uomo a quella a zona perché può essere definita come “difesa a uomo nella zona”. Essa avrebbe permesso un ulteriore sviluppo delle abilità di gioco.
Un ulteriore aspetto negativo della nuova categoria è quello dell’abolizione della categoria mista e l’introduzione delle due categorie distinte per sesso.
Perché affermo che questa rappresenta un aspetto negativo?
In questa fascia d’età lo sviluppo precoce delle ragazze le porta ad annullare lo svantaggio relativo alla prestazione fisica, in quanto i ragazzi non hanno ancora completato il loro sviluppo fisico e, pertanto, non padroneggiano ciò che li avrebbe posti in una situazione di vantaggio: la forza.
Sono poche le società che al proprio interno sviluppano i due settori (maschile e femminile). Essendo le società maschili più numerose di quelle femminili, avrebbero potuto fare un reclutamento indiretto delle ragazze. Le avrebbero fatte giocare e quindi motivare verso la pratica della pallamano. Al raggiungimento del 14° anno d’età avrebbero potuto essere inglobate in una società femminile del territorio o, dove vi è una alta presenza di società, far sorgere una nuova società (o un settore) femminile, inglobando le 2/3 ragazze di ogni società che avevano sviluppato il loro percorso formativo in una società maschile e avrebbero potuto continuare la loro attività di gioco.
Certamente questo aspetto non avrebbe risolto le problematiche del settore femminile, ma avrebbe certamente contribuito ad invertire la tendenza. Così si torna al passato dove ci sono 2/3 squadre per regione e si ricorre a campionati misti (under 15/17) o a concentramenti ripetuti. Che motivazioni hanno le ragazze a continuare a giocare a pallamano?
Luciano Bartolini